REGGIO EMILIA – Questo pomeriggio, nella Sala degli Artisti della Biblioteca Panizzi, è stata inaugurata La Bandiera della Pace Preventiva, opera collettiva nata da un’idea di Fortunato D’Amico e Giacomo Bassmaji e ispirata al lavoro di Michelangelo Pistoletto, realizzata in collaborazione con dieci artisti reggiani. All’appuntamento erano presenti i curatori, gli artisti e il maestro Pistoletto, il vicesindaco Lanfranco De Franco e l’assessore alla Cultura Marco Mietto, il direttore dalla Biblioteca Panizzi Alberto Ferraboschi e Andrea Casoli di Corsiero Editore, che ha presentato il volume che racconta il percorso di creazione dell’opera.
La Bandiera della Pace Preventiva è stata realizzata su tela bianca da dieci artisti reggiani (Anna Baldi, Veronica Barbato, Alessandra Binini, Monica Carrozzi, Antonella De Nisco, Fosco Grisendi, Marino Iotti, Annarita Mantovani, Maria Luisa Montanari e Corrado Tamburini), le cui opere individuali si sono unite in un’unica composizione di 250 x 150 cm. La Biblioteca Panizzi dedicherà al Maestro Pistoletto uno scaffale all’interno della Sala degli Artisti, inserendo le principali opere letterarie che ripercorrono le tappe dell’importante carriera di uno degli artisti contemporanei italiani più conosciuti in tutto il mondo.
“L’opera collettiva nata da un’idea di Fortunato D’Amico e Giacomo Bassmaji e ispirata al progetto etico ed estetico di Michelangelo Pistoletto, è il frutto di una riflessione nata nel 2003, quando Pistoletto rispose alla “guerra preventiva” con il concetto di “Pace Preventiva”, che oggi si fa arte pubblica e partecipata. Come scritto da Pistoletto, ‘io stesso, nonostante l’impegno artistico, intellettuale e pratico indirizzato da sempre verso una trasformazione responsabile della società, dovevo fare un ulteriore passo, ancora più deciso ed efficace, per contribuire al cambiamento di questa umanità. È così che nasce il segno del Terzo Paradiso‘“.
Il simbolo trinamico è la fusione tra il paradiso naturale in cui l’uomo era perfettamente integrato con la natura e quello artificiale costruito dall’intelligenza umana con la scienza e la tecnologia. Nasce così un Terzo Paradiso (paradiso nell’accezione persiana di ‘giardino protetto’) centrale nel tratto artistico nel quale l’uomo è chiamato ad un ruolo di responsabilità per proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita. Michelangelo Pistoletto, quindi con il suo simbolo del Terzo Paradiso – sintesi tra natura, artificio e nuova consapevolezza umana – propone una visione in cui l’arte diventa ponte tra culture e strumento attivo di rigenerazione sociale.