BAISO (Reggio Emilia) – Nella giornata di ieri il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, ha effettuato un sopralluogo nel comune di Baiso, presso il cantiere che ormai da diversi anni interessa la frana di Cà Lita.
La frana di Cà Lita si estende per 2,5 km dall’abitato di Levizzano sino al fondovalle Secchia nei pressi della località Muraglione. Il corpo franoso, costituito prevalentemente da argilla, ha un volume di circa 10 milioni di metri cubi. La porzione superiore, sotto Levizzano, viene denominata “La Piana” e si muove per scivolamento, in particolare a seguito delle precipitazioni che hanno colpito Baiso due anni fa. Da inizio aprile al 20 maggio 2023, la stazione meteo del comune dell’Appennino reggiano interessato dal movimento franoso, registrò una cumulata complessiva di 298 millimetri di pioggia.
“È stato veramente un privilegio – ha detto il sindaco di Baiso, Fabio Spezzani – ospitare il Presidente Michele de Pascale, l’Assessore Alessio Mammi, la Sottosegretaria Manuela Rontini, le Consigliere Anna Fornili e Elena Carletti i colleghi e amici Giorgio Zanni, il sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti e Fabrizio Corti, e poter mostrare loro cosa sia il complesso della frana di Cà Lita e il primo importante stralcio da 2,5 milioni di euro che, nelle prossime settimane, prenderà corpo nell’anfiteatro del Garello e nel corpo centrale della colata. Un sentitissimo ringraziamento ai tecnici di Agenzia, a tutte le organizzazioni di volontariato e, come sempre, alla famiglia Rivi e Caselli”.
“Nell’Appennino reggiano, a Ca’ Lita – ha scritto il presidente della Regione Emilia-Romagna – ci troviamo in una zona colpita da una delle frane più imponenti dell’Emilia-Romagna. A luglio partiranno i primi lavori di mitigazione per 2,5 milioni di euro, dopo l’intervento di somma urgenza che ha rimosso oltre 500.000 metri cubi di terra. Abbiamo messo in campo una strategia di convivenza controllata con il movimento franoso, grazie anche alla collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e con ISPRA. Opere strutturali, piani di emergenza e monitoraggio continuo, così proteggiamo territori e comunità, in sinergia con istituzioni locali e Protezione civile”.