REGGIOLO (Reggio Emilia). Era stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico in quanto si era reso responsabile del reato di atti persecutori nei confronti di una donna.

Per quattro mesi l’aveva offesa, minacciata di morte, pedinata fino all’ultimo più grave episodio quando la cosparse, sul volto e sul corpo, di una sostanza urticante, provocandole lesioni. Il 26enne, che con la donna aveva intrattenuto solo dei rapporti di lavoro, dopo la sofferta denuncia di lei era stato riconosciuto colpevole del reato di atti persecutori.

La Procura reggiana aveva quindi disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima, disponendo l’applicazione del braccialetto elettronico.

Il 26enne, dopo l’iniziale consenso al braccialetto elettronico, a seguito di un malfunzionamento dello stesso si è rifiutato di sottoporsi ad un controllo e alla verifica del corretto funzionamento del dispositivo, risultando di fatto non più sottoposto al tracciamento dei movimenti.

L’illecita condotta segnalata dai carabinieri di Reggiolo alla Procura reggiana ha visto quest’ultima richiedere ed ottenere dal Tribunale di Reggio Emilia l’ordinanza di aggravamento dell’attuale misura, con l’applicazione della misura cautelare non custodiale del divieto di dimora nel territorio delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Liguria E Piemonte. Il provvedimento è stato quindi notificato al 26enne dai carabinieri di Reggiolo.