
GUASTALLA (Reggio Emilia) – Le operazioni antimafia di questi anni con relativi processi hanno rivelato una forte presenza della ‘ndrangheta in Emilia con epicentro nel Reggiano, ma questa situazione criminale ad alto rischio è tutt’altro che vinta. Sarà questo il filo conduttore dell’incontro pubblico “Aemilia, fra cronaca e riflessione – non è finito nulla” che si terrà giovedì 6 novembre alle 21 nella Sala Antico Portico del Palazzo Ducale di Guastalla, con protagonista il magistrato Andrea Rat (giudice della Corte del maxiprocesso Aemilia) che verrà intervistato dal giornalista e scrittore Tiziano Soresina. Un dialogo che metterà in evidenza la non ancora risolta e spinosa questione mafiosa, anche attraverso la proiezione di significativi estratti del docufilm Rai “Aemilia 220 – la mafia sulle rive del Po” che ripercorre indagini, omicidi, intercettazioni, boss e affiliati, testimonianze del più grande processo al Nord contro la ‘ndrangheta.

In fase iniziale gli interventi del sindaco Paolo Dallasta, di Claudio Malaguti (direttivo Anpi Guastalla) e di Luca Chierici (responsabile Legalità della Cgil reggiana). Tanti i temi delicati che verranno affrontati nell’intervista: la scia di sangue legata al radicarsi della cosca dal terribile “marchio” cutrese Grande Aracri capace poi di farsi imprenditrice e controllare con la violenza interi settori economici, l’efficace contrasto delle interdittive antimafia prefettizie, l’irrompere dei pentiti, il ruolo sempre più importante delle donne nel clan, la nuova sfida investigativa per l’insinuarsi della ‘ndrangheta nel web, i segnali di una riorganizzazione mafiosa in loco. Ma per combattere il radicamento ‘ndranghetista non bastano più le operazioni degli inquirenti o lo scavare del giornalismo investigativo, se ne deve far carico anche l’intera società civile, la politica, l’economia.




