Da destra: l’artista Beppe Villa, il Presidente Farmacie Riunte Andrea Capelli, l’assessora alla Cultura Annalisa Rabitti, il curatore Giovanni Nicolini e il Pro-rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Giovanni Verzellesi

REGGIO EMILIA – Dal 9 settembre allo Spazio Gerra di Reggio Emilia la mostra PHARMAKON, a cura di Giovanni Nicolini, esplora le relazioni tra arte, scienza e psichiatria attraverso le installazioni e le sculture di Beppe Villa ed una serie di incontri, workshop e performance. Il progetto è realizzato a cura di Flag No Flags Contemporary Art, congiuntamente a Spazio Gerra e ICS – Innovazione Cultura Società ETS con il contributo del Comune di Reggio Emilia e delle Farmacie Comunali Riunite e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

L’artista Beppe Villa e una sua opera esposta a Pharmakon

L’allestimento comprende circa 30 opere di Beppe Villa (pitture, fotografie, video, sculture e installazioni) ambientate sui tre piani di Spazio Gerra ed è caratterizzata da un forte simbolismo tra ossa, lame, corna animali e cromosomi.

Il progetto PHARMAKON, ideato a sostegno di esperienze svolte tra il campo artistico e quello interdisciplinare della medicina e della cura, si svolgerà in concomitanza con la Settimana della Salute Mentale con l’obiettivo di favorire iniziative di sensibilizzazione al contrasto ai pregiudizi e alla discriminazione che in determinate situazioni condizionano, in modo anche severo, la vita delle persone.

“La mostra Pharmakon di Beppe Villa, assieme alla serie di incontri in programma,” afferma l’assessora alla Cultura Annalisa Rabitti, “indaga le profonde relazioni tra arte e salute, bellezza e sofferenza. Un rapporto sempre affascinante e attuale. È straordinario come l’arte, in questo caso le opere di Villa (pitture, fotografie, video etc), rivelino la complessità del rapporto tra la persona e il disagio psichico. Da sempre, la città di Reggio Emilia ha manifestato la sua vicinanza a questi temi: abbiamo appena concluso il progetto IDENTITA’ INQUIETA che ha raccolto la città intera con laboratori, mostre ed eventi su questo tema. Siamo convinti che una mostra come questa possa aiutare quante più persone, anche quelle più restie, ad avvicinarsi senza pregiudizi e senza paure al tema del disagio psichico e della salute mentale.”

Beppe Villa spigea un’opera in mostra a Pharmakon

“Investire nella cultura gli importanti ricavi derivati dalla vendita delle medicine.” Questo è stato il commento di Andrea Capelli, Presidente Farmacie Riunite. “La nostra azienda” ha continuato Capelli, “si è mantenuta coerente con la propria mission: fare stare bene le persone anche attraverso la cultura. Siamo soddisfatti di aver contribuito a questa iniziativa.”

“Siamo soddisfatti” afferma Giovanni Verzellesi, Pro-rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “di come si sia sviluppata la collaborazione con gli organizzatori della mostra, Beppe Villa, Giuseppe Nicolini, Farmacie Riunte e Unimore, arrivando ad un livello significativo e strutturato. La ricerca scientifica, che risulta essere uno dei temi proposti dall’esposizione”, prosegue Verzellesi, “è fondamentale perché permette di migliorare la vita delle persone. L’arte riesce a comunicare e descrivere la scienza in maniera efficace.”

Opera di Beppe Villa esposta a Pharmakon

“Le opere di Villa permettono di rappresentare l’idea del farmaco” ha detto Giovanni Nicolini, curatore della mostra. “Il farmaco genera un’aspettativa, aspettativa che potrebbe celare anche delle menzogne. Le opere di Villa, qui esposte, permettono di condurre riflessioni complesse.”

La mostra ci parla di fratture da colmare. Fratture che possono verificarsi sia a livello psichico che fisico.” Con queste parole l’artista Beppe Villa ha introdotto l’idea che sta intorno alla sua mostra. “I gruppi umani,” continua l’artista, “sin dall’antichità, hanno cercato di trovare possibili strategie e soluzioni a queste fratture: il farmaco ha da sempre caratterizzato la storia dell’umanità. La parola farmaco deriva dalla parola greca “Pharmakos”. Il Pharmakos era un rituale assai diffuso nelle città greche e consisteva in una sorta di purificazione, attraverso l’espulsione dalla città di un individuo particolarmente brutto d’aspetto. Il farmaco,” conclude Villa, “può avere una doppia valenza: curativa ma anche velenosa.”