REGGIO EMILIA – Imprenditori, docenti universitari, professionisti, rappresentanti del mondo della formazione e dell’associazionismo, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze e di conoscenze, si sono confrontati sui temi dell’Economia Civile e di Comunione nel corso di un affollato convegno – organizzato dalla Sezione UCID Reggio Emilia (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti), insieme ad AIPEC (Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione), Next (Nuova Economia per Tutti) e Università di Modena e Reggio Emilia presso l’Aula Magna dell’Università degli studi e nelle sale attigue – a cui hanno partecipato oltre 360 persone, tra cui il prefetto di Reggio Emilia Maria Rita Cocciufa e le autorità civili e militari.

Moltissimi anche gli studenti universitari coinvolti dalla professoressa Giovanna Galli, direttrice del Dipartimento di Economia e Comunicazione di UniMoRe, che hanno seguito con grande attenzione i quattro diversi momenti di approfondimento su alcuni dei principali temi cari a UCID – la Persona al centro; quando lo sviluppo è sostenibile; oltre il profitto, la generatività; “fare insieme” per il bene comune – nel corso dei quali i relatori si sono confrontati sulla ricerca del bene comune, la dignità della persona e lo sviluppo sostenibile.

Il convegno è stato aperto da Fabio Storchi, presidente della Sezione UCID Reggio Emilia, a cui sono seguiti i saluti istituzionali del presidente di CEI, cardinale Matteo Maria Zuppi, del rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia Carlo Adolfo Porro, del vice sindaco del Comune di Reggio Emilia Alex Pratissoli, del presidente nazionale UCID Gian Luca Galletti, del presidente nazionale di Aipec Livio Bertola, del presidente di Next Giovanni Battista Costa e del presidente UCID Emilia Romagna Enrico Montanari.

L’iniziativa, coordinata dalla giornalista Eugenia Scotti e patrocinata da Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia e UCID Regionale, ha messo in evidenza i benefici che avrebbero le imprese ed i professionisti ad operare secondo i principi dell’Economia Civile e di Comunione, così come ha spiegato Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia Politica dell’Università degli studi di Bologna nel corso del convegno: 

Mentre per l’economista politico Stato e Mercato sono le due istituzioni necessarie e sufficienti per assicurare il progresso, l’economista civile ritiene altrettanto indispensabile un terzo pilastro, quello della Comunità, costituita dal variegato insieme dei corpi intermedi della società. Per l’economista civile, infatti, il fine da perseguire è quello di chiedere al mercato non soltanto di produrre ricchezza, ma anche di porsi al servizio dello sviluppo umano integrale, di uno sviluppo che tenga in armonia tre dimensioni: quella materiale della crescita, quella socio-relazionale e quella spirituale”.

Significativa anche la testimonianza di Fabio Storchi, capitano d’impresa con una lunga esperienza nel mondo dell’associazionismo come presidente di Unindustria Reggio Emilia e di Federmeccanica nazionale: “Il ruolo delle persone, il loro coinvolgimento nella vita aziendale, la loro dignità come membri attivi della comunità ed il rispetto che è loro dovuto per un impegno che con l’evoluzione della scienza e della tecnica si fa sempre più rilevante: come presidente di UCID Reggio Emilia mi sono proposto di portare avanti questi temi sui quali noi imprenditori ci siamo confrontati a lungo, soprattutto nel momento in cui si devono adottare nuovi piani organizzativi o introdurre novità tecnologiche significative – ha spiegato il Cavaliere del Lavoro Fabio Storchi – noi riteniamo che “fare insieme” debba essere la modalità di operare nell’impresa, per condividere e preparare la strada ad un comune senso di responsabilità, attraverso il rispetto reciproco tra le persone”. 

Le conclusioni della giornata sono state affidate al Vescovo di Reggio Emilia e Guastalla monsignor Giacomo Morandi che ha sottolineato come la giustizia non sia sufficiente per cambiare il mondo, ma occorre applicare alle nostre azioni quotidiane il principio di gratuità. “Cambiare la prospettiva è la grande sfida del futuro: agire non secondo la logica del solo profitto, ma come ci ha insegnato San Giovanni di Dio, fondatore del Fatebenefratelli: se fate del bene, state bene! Quanti esempi abbiamo. Pensiamo alla vita nei monasteri, che non rappresentavano una facile fuga dal mondo, ma erano gestiti come vere e proprie imprese, basate sulla condivisione e la suddivisione, in una moderna forma di cooperativa. Possiamo sicuramente affermare che San Benedetto ha creato un modello di impresa: in luoghi bellissimi, circondati da villaggi di persone, non c’era solo profitto, ma assoluta comunione. E come lui, San Bernardo di Chiaravalle, fondatore dell’abbazia di Clairvaux e di altri monasteri”. 

Il vescovo Morandi ha infine ricordato alla platea che un’impresa che cresce e fa profitti e allo stesso tempo tiene in considerazione il benessere delle persone, mette all’interno della società un principio di carità a fondo perduto. “Coloro che agiscono secondo una visione cristiana sanno bene che la giustizia e l’equità sociale non bastano. All’interno delle imprese occorre agire con carità, prendersi cura dell’altro e accettare che il profitto non sia sempre e solo l’unica cosa importante. Che non significa applicare forme assistenziali a favore dei lavoratori, ma agire con intelligenza e giusta intraprendenza per partecipare alla crescita integrale dell’Uomo”.