Mons. Paolo Gibertini

di Giuseppe Adriano Rossi

Sono ormai trascorsi quattro anni da quella notte del 3 aprile 2020, quando mons. Giovanni Paolo Gibertini, vescovo emerito della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, concludeva la sua esistenza terrena presso la Casa del Clero “San Giuseppe” di Montecchio. Riposa, per sua volontà, nella chiesa parrocchiale di Ciano d’Enza.

Tre invidiabili traguardi ecclesiali aveva raggiunto: 82 anni di vita religiosa nell’Ordine dei Benedettini, dove assunse il nome di Paolo, 75 anni di sacerdozio e 37 di episcopato. Era nato a Ciano d’Enza il 4 maggio 1922 e fu battezzato con il nome di Giovanni. Nel 1935, a 13 anni, entrava nel noviziato del monastero benedettino di San Giovanni Evangelista in Parma, essendo abate dom Emanuele Caronti. Il 12 agosto 1945 il monaco padre Paolo e il fratello padre Stanislao venivano ordinati sacerdoti nella chiesa dell’abbazia di Torrechiara dal vescovo di Parma mons. Evasio Colli. Il 15 agosto il neosacerdote Paolo “cantava” nella stessa chiesa la sua prima Messa davanti al quadro di Bice Valdé rappresentante la “Madonna della Neve”. La Sardegna per un trentennio è stata il campo d’azione pastorale di mons. Gibertini. Infatti nel 1955 veniva inviato nell’isola assieme a sei confratelli per la fondazione del Monastero di San Pietro di Sorres, diocesi di Sassari; fino al 1967 ne è stato superiore e dal 1967 al 1973 priore. Trascorso un anno nell’eremo di Bismantova, nel 1974 ha fatto ritorno in Sardegna e ha svolto il suo ministero nella parrocchia di Borutta (Sassari), di cui dal 1977 al 1979 è stato parroco. 

Da sin. Mons. Paolo Gibertini e Don Giovanni Rossi

Nel 1979 mons. Gibertini veniva eletto Abate del Monastero benedettino di San Giovanni Evangelista in Parma, alla cui guida è rimasto fino al 1983, quando è divenuto vescovo della diocesi di Ales-Terralba che resse per quasi sei anni. Il 25 aprile 1983 monsignor Giovanni Paolo Gibertini riceveva la consacrazione episcopale nella basilica di San Giovanni Evangelista in Parma; tra i vescovi consacranti era mons. Gilberto Baroni, di cui divenne successore.  Il motto episcopale scelto dal vescovo Paolo è stato: “Quaerere Deum”, cioè “Cercare Dio”. Nel 1989 Papa Giovanni Paolo II lo ha chiamato alla guida della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. 

Quali le peculiarità del suo ministero episcopale? Vicinanza alle persone – sacerdoti, laici, religiosi-, soprattutto agli ammalati: questa una costante dello stile pastorale di mons. Gibertini, contrassegnato da intensa vita di preghiera, elevata spiritualità e forte devozione mariana. Attenzione prioritaria ha riservato ai poveri, alla Caritas – alla cui guida volle don Luigi Guglielmi, alla formazione e alla responsabilizzazione del laicato, all’Azione Cattolica, alle associazioni laicali professionali, alle scuole cattoliche, alle missioni diocesane, alle comunità di recupero dei tossicodipendenti. Semplicità e affabilità, sorriso, piena disponibilità al dialogo, senso dell’amicizia lo hanno costantemente contraddistinto.

L’episcopato reggiano di mons. Gibertini è stato caratterizzato da importanti avvenimenti e da intensa attività pastorale. Momenti salienti, che hanno inciso anche sulla vita cittadina, sono stati: la celebrazione del IV centenario del primo Miracolo della Beata Vergine della Ghiara e della costruzione del Tempio; l’indizione dell’Anno Mariano diocesano 1996/1997; l’intronizzazione della restaurata statua dorata della Madonna sul tiburio della cattedrale; la consacrazione episcopale di mons. Luciano Monari. Le prime lettere pastorali del vescovo Paolo alla nostra diocesi sono state incentrate sul tema del “Cercare Dio”; le ultime sono state dedicate alla Vergine.