CASTELNOVO DI SOTTO – Si ipotizza l’omicidio d’impeto. E’ questa la prima tesi che emerge da dichiarazioni ed elementi d’indagine sul decesso di Tiziana Gatti, 61 anni, avvenuto lunedì nell’abitazione della figlia Paola, in via Rossini a Castelnovo Sotto. L’ipotesi iniziale, di un’aggressione a coltellate, sembra lasciare spazio a una dinamica differente.

Forse di fronte a una frase ritenuta offensiva, soprattutto in un ambiente molto teso dall’imminente separazione di Paola dall’ormai ex compagno, il liberiano-ghanese Osborne Tukpeh Antwi, di 36 anni, quest’ultimo avrebbe aggredito la signora Tiziana, che sarebbe caduta sulle scale, battendo violentemente la testa su un gradino. Nel parapiglia sarebbero caduti alcuni coltelli, che erano appesi al muro, in una cassettina. Uno di questi, una piccola katana, nel cadere avrebbe colpito la donna. L’ipotesi dell’accoltellamento viene respinta dall’indagato, il quale sostiene che la caduta delle armi da taglio sarebbe stata accidentale. Ovviamente il ruolo avuto dal coltello sarà tra gli elementi richiesti ai risultati dell’autopsia, che dovrebbe svolgersi tra domani e venerdì alla Medicina legale di Modena, al termine dell’affidamento dei vari incarichi.

Ed è previsto anche l’esame dei telefonini, per capire se c’erano stati episodi di minaccia o altro in passato. Al momento non risulta che l’uomo fosse stato segnalato per possibile codice rosso. E il marito della vittima, Giovanni Melli, dopo l’omicidio ha confermato come Osborne non aveva mai manifestato comportamenti violenti, pur lasciandosi andare talvolta a sbalzi di umore, alzando la voce in modo minaccioso. Dunque, nessuno sembrava poter immaginare una reazione così violenta da parte di quell’uomo, forte e robusto, che mai prima di lunedì mattina aveva manifestato possibili pericoli per gli altri. Davanti ai carabinieri e al sostituto procuratore Piera Cristina Giannusa, dopo l’omicidio, l’imputato, assistito dall’avvocato Rosanna Beifiori, ha confessato l’aggressione, si è detto dispiaciuto e pentito per quanto commesso, dimostrandosi collaborativo con gli investigatori.