di Andreina Pezzi

REGGIO EMILIA – Dedicati alle interconnessioni tra esseri umani e natura e alle trasformazioni che gli esseri umani possono intraprendere al di là di un approccio di controllo dominante, la 19a edizione del Festival di Reggio Emilia ritorna per invitarci a riflettere su questioni critiche urgenti.

Palazzo Magnani, Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, Villa Zioni, Palazzo Dei Musei, Biblioteca Panizzi, Spazio Gerra e gli spazi delle mostre host di Circuito OFF dove spesso si scoprono giovani talenti e troviamo fotografi affermati, ospitati in location private nelle vie della città. Da oggi 26 aprile al 9 giugno 2024, apre la diciannovesima edizione di Fotografia Europea Reggio Emilia che osserverà ancora una volta le modifiche alla sfera contemporanea attraverso gli occhi di grandi fotografi e giovani praticanti. 

La natura ama nascondersi è il tema scelto dalla direzione artistica del festival, quest’anno composto da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart.

Attingendo al paradosso espresso in un famoso frammento di Eraclito, il titolo cerca di racchiudere il potere di una natura che così spesso nasconde la sua essenza proprio davanti ai nostri occhi, rivelandolo sempre più in modi distruttivi, in un processo continuo che può essere compreso come un’oscillazione tra essere e diventare.

Attraverso le molte prestigiose mostre questa edizione, Fotografia Europea 2024 si propone di esplorare la relazione umana con la natura, immaginando nuove narrazioni legate a una concezione ecologica.